Scritto da © Franca Figliolini - Dom, 24/02/2013 - 22:17
tu mi parli della neve che cade
spegne la luce
e addormenta il giardino: io già immagino
quando mi dirai del miracolo dei crochi a primavera
e l'inverno sarà stato una promessa mantenuta.
spegne la luce
e addormenta il giardino: io già immagino
quando mi dirai del miracolo dei crochi a primavera
e l'inverno sarà stato una promessa mantenuta.
qui invece, amico mio caro, piove grigio
sull'asfalto nero, pozze oleose
tra le cartacce che ingombrano la strada,
rivoli beffardi deturpano i visi sui manifesti,
tutto sembra bagnato di una malinconia universale,
senza redenzione.
eppure anch'io domani ti dirò della luce che rimbalza fra i palazzi
gioca coi riccioli di pietra, dell'azzurro che ingoia i paesaggi
dei pini che svettano e sembrano felici.
sull'asfalto nero, pozze oleose
tra le cartacce che ingombrano la strada,
rivoli beffardi deturpano i visi sui manifesti,
tutto sembra bagnato di una malinconia universale,
senza redenzione.
eppure anch'io domani ti dirò della luce che rimbalza fra i palazzi
gioca coi riccioli di pietra, dell'azzurro che ingoia i paesaggi
dei pini che svettano e sembrano felici.
non siamo fatti per l'inverno, si vede, noi fragili,
assorti. è il sole che ci accende lo sguardo,
riverbera sulle cascate di parole
illumina il senso, indica la direzione
assorti. è il sole che ci accende lo sguardo,
riverbera sulle cascate di parole
illumina il senso, indica la direzione
a Fulvio
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