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Parodia di " I giardini di marzo " di Lucio Battisti

Il capretto passava ed il cuoco gridava: pelati ! /
Alla fine del mese i menù già eran quasi finiti /
e io pensavo a mia madre e vedevo
i suoi famosi bolliti /
il più buono era cotto coi fiori di zucca appassiti /
All'uscita dei bar i Campari andavan giù a litri / io astemio, trovavo il coraggio per tracannarli /
poi tornavo in cucina a lessare i carciofi coi cardi / e al telefono
tu mi citavi poesie di Leopardi /
Che anno è, che giorno è /
questo è il tempo di diventare chef /
le mie mani; come vedi, non tremano più / e in fondo all'umido, ci metto l'amido e ceci intensi, che dan sapore /e un buon odore di stufato , credi a me ! /
Gnocchi al burro e telline e pentoloni / dove scorrono dolcissime zuppe inglesi e zabaglioni / L'uniforme da gran cuoco è dentro me /
ma il coraggio di cuocere un
rost-beef ancora non c'è !
Gli involtini di manzo si rivestono di nuovi sapori / e le giovani quaglie
si scaldano tra le foglie di alloro /
tra funghetti di bosco, castagne e lamponi ai liquori /
Se mi aiuti in cucina di certo io ne verrò fuori ! / altrimenti io cambio
mestiere...farò il buttafuori ! /...
....che piatto è, dentro che c'è. ...

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