Scritto da © ferdigiordano - Mer, 25/09/2013 - 10:22
Qui occorre fede, mi dico, mentre poso gli occhi
sul tavolo. Un piatto giace con la bocca spalancata
unta da una fame del diavolo. Non c’è che una stanza
con un profilo di coltello, il promontorio
che apre l’ovest, tagliuzza panni sporchi
a mezz’aria, intraversa il cielo un arlecchino
di tinte roche con cadenza quotidiana.
Tutto fa presagire che tra breve
cali la maschera e gli insetti trovino la parete
più nuda per riposare nel mondo così vuoto.
Qui occore fede, mi dico. Un uomo solo
non sarà mai una processione, ma è
sacro per quel convoglio di ragioni
che lo conducono da tregua a tregua
nel suo calendario di battaglie.
Ci sono giorni che non hanno sere opportune
ed a certe sere vieni da albe sbagliate
come partissero colpi a salve, mirati
a dovere, comunque sul muro
gli insetti insalivano le ali.
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