Scritto da © ferdigiordano - Sab, 07/03/2015 - 23:11
Dovrei ora invorcati, Vitruvio, nel cerchio luminoso
inscritto al quadrato: muscolo elevato a muscolo
con braccia larghe e gambe divaricate, trovato
l’equilibrio nel beccheggio vitale, non puoi
svelarlo, cosicché stai crocefisso, decalcomania
dell’altro, del violato, rappresentante del mistero
con cui gli aquiloni mandano all’aria i saggi.
Senza ali?
Senza ali.
Preso a misura d’uomo, nell’atmosfera appari
imbottigliato: tanto maggiore sarà il traffico
di indirizzi spuntati, quanto più intorno ad essa
le strade si tracciano inarrestabili; e ai bordi dirupi
ovunque: di qua indigeni non preparati al salto,
di là mani festanti introvabili. Continuo diverbio
tra astri e il resto osannato.
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