Scritto da © ferdigiordano - Mer, 02/10/2013 - 09:45
La donna, nel cordoglio,
ascoltava il lettore di giornale. È in questi
momenti che l’informazione aiuta a superare
la carcassa del dolore. Il dolore apprende
che non è più comprensibile di una struttura
erosa dalla stessa natura che lo ha generato.
Quanto manca rotola
in un buco nero dove c’è tanta luce, ma non ne esce:
com’è possibile che nessuna forza redima
se non dal buio? Penso a te, divino
con uno sforzo disumano.
Ci sederemo a riva
alla prossima isola incuneati nel frangente.
Ci prenderanno per naufraghi e grideremo
salvateci a mente. Ricordo la tua comparsa
in questo specchio. Dal cristallo degli occhi
venivo riflesso e diretto ai denti.
Troppo sobria la tua voce in piedi
e troppo profonda questa indefinibile sensazione
di affacciarmi all’orizzonte degli eventi
con una carcassa tra le tempie.
È la vita la prima notizia da leggere.
La seconda è che davvero la morte mangia
quel che nutre lo sguardo. In ultimo,
ci osservammo a lungo senza volerlo.
La signora a lutto
si sollevò nel saluto:
la gamba appena piantata
già piena di gemme.
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