In pieno volto il cielo riempie la padella
sfrigola pelli e le menti
sono cipolle novelle e le batte
una specie di cotolette viventi.
Qui è Cetara.
Estate a parte, la passeggiata
soffre meno dell’acqua salata.
Ho superato la cantilena dell’etimo
locale: una lingua docile per me
che sono l’aria e le case
bandiere familiari e le imposte
un particolare petto a parete.
Qui è Cetara.
Mare a parte, le cianciole
come capesante abitate.
Sogno ancora. Tu venivi salendo
corso Umberto primo – a me pare unico –
centometrinonunodipiù e il passo
con i piedi da papero scalzi e la strada
mortale, impossibile da calpestare oltre.
Qui era Cetara.
Non c’è nessun altro che torni a casa.
- Blog di ferdigiordano
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