Scritto da © Ezio Falcomer - Gio, 11/12/2014 - 22:11
Ramingo nel mare del quotidiano.
Mi nutro di frutti fuori stagione.
Mi domando cose inattuali,
estraneo alla koinè.
Espiro, profondo, fissando un metro più in là.
Gracchiano le ossa e le fibre.
E' vasto questo atlante di apparizioni,
di macchie che non cessano
di nascere, permanere ed esplodere.
Mi nutro di frutti fuori stagione.
Mi domando cose inattuali,
estraneo alla koinè.
Espiro, profondo, fissando un metro più in là.
Gracchiano le ossa e le fibre.
E' vasto questo atlante di apparizioni,
di macchie che non cessano
di nascere, permanere ed esplodere.
Mi balugina la vita,
scantinato d'indolente antiquario,
lunatico hangar di frastagli
di senso.
scantinato d'indolente antiquario,
lunatico hangar di frastagli
di senso.
E' denso, e solingo,
questo vento grecale
che mi porta
afrori di cose perdute,
di petali, di brine, di dolorose gimcane,
di sciarade preistoriche,
ancestrali botteghe di effluvi.
questo vento grecale
che mi porta
afrori di cose perdute,
di petali, di brine, di dolorose gimcane,
di sciarade preistoriche,
ancestrali botteghe di effluvi.
Malata perla, vita eremitica,
pista carovaniera,
e io statua miliaria sonnolenta,
col moccio al naso
e le unghie maltagliate
(o meglio, masticate male),
che pigro osservo l'andare via di tutto, là
dove strabocca l'oceano lontano.
pista carovaniera,
e io statua miliaria sonnolenta,
col moccio al naso
e le unghie maltagliate
(o meglio, masticate male),
che pigro osservo l'andare via di tutto, là
dove strabocca l'oceano lontano.
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