Scritto da © Ezio Falcomer - Sab, 06/04/2019 - 08:05
È dono divino la chiarità dello sguardo
nel nodo tempestoso dell'angoscia,
nell'iperbole dell'assurdo e della tenebra.
Amore, non ho nient'altro
che la forza di stringerti le mani
in questa sofferenza che urla la maledizione,
i prati del grigiore e della desolazione.
Il sapere ci condurrà alla luce.
Il dolore è prassi di pellegrinaggio,
muto canto di speranza,
fiore reciso che si putrefa nella zolla,
culla del seme.
nel nodo tempestoso dell'angoscia,
nell'iperbole dell'assurdo e della tenebra.
Amore, non ho nient'altro
che la forza di stringerti le mani
in questa sofferenza che urla la maledizione,
i prati del grigiore e della desolazione.
Il sapere ci condurrà alla luce.
Il dolore è prassi di pellegrinaggio,
muto canto di speranza,
fiore reciso che si putrefa nella zolla,
culla del seme.
Il regno della vita è sinfonia di paradosso.
Perdita e abbandono.
Abbandono nella perdita.
Abbandono al cuore e allo spirito.
Fiducia contro ogni speranza.
Il mare blu e verde è patria di annegamento,
donarsi interamente all'azzardo,
stupidi confidenti in una mano di amore che ci colga.
Perdita e abbandono.
Abbandono nella perdita.
Abbandono al cuore e allo spirito.
Fiducia contro ogni speranza.
Il mare blu e verde è patria di annegamento,
donarsi interamente all'azzardo,
stupidi confidenti in una mano di amore che ci colga.
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