Scritto da © erremmeccì - Sab, 20/10/2012 - 19:10
Amara consapevolezza erompe
repentina
in un piovoso pomeriggio d’ottobre
accompagna il passo affrettato
riecheggiante
negli angoli sudici
di un corridoio d’ospedale.
Amara consapevolezza:
dilazioniamo l’inevitabile,
ritardiamo l’ultimo,
ineludibile appuntamento
e quella mano amata,
gonfia
per un ago fuori vena,
immagine di umanità
arresa (non ancora vinta),
s’imprime eterna
nella memoria.
Intatta varcherà
i confini del tempo
e del rimpianto.
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