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Evoluzione

‘Na favola a rovescio: un tempo c’era
un pianeta che in celo avea tre lune
quello era la Tera.
Chi lo creò quer giorno c’ebbe er lume
de fa’ na previsione:
-Una pe’ vorta le farò casca’                                 
pe’ punizzione de l’umanità.-
 
In concrusione:
ce volle mette’ in orbita ‘ste palle:
tre brutte facce gialle.
E da quer giorno già tracciò la strada
facenno si che ‘sta razzaccia ingrata
se ne fregasse de ‘sti tre guardiani.
Sicché, l’esseri umani
un tempo che nisuno se ricorda
tirarono la corda
fintanto ch’er Padrone
volle imparti’ la prima punizzione.
 
La prima luna fece casca’ giù
e provocò un dilluvio universale
dar quale bene o male
quarcuno se sarvò.
Quindi perciò,
l’umanità riprese a sali’ su
e riprese er cammino
fino a quell’artro, doppo de Caino.
 
Fu quello poi a genera’ pure noi?
Lassamo er resto a l’immagginazzione
perché l’umane greggi
se ne fregòrno ancora de le leggi                  
finché nun venne er giorno
che se rimeritòrno
 quell’artra punizzione.
E fu propio in quer tempo che er Padrone                                  
prese ‘na luna in celo, la seconna,
‘na faccia gialla e tonna
e la buttò de sotto.
                                                            
 E, er risultato?                                                                                                          
Fu quello che avevamo meritato!
-Madonna mia che botto-.
E, giù, ‘n artro dilluvio universale.
 
Ma attenzione, de luna
ce n’è rimasta una!                                                                                                   
Ma l’òmo pare che nun cià pavura;
pare che voja precore li tempi.
-Madonna mia che scempi!-
 
Guardo come sconvorge la natura,
e pare naturale
che prima o poi verà quarche cojone
che senza pensa’ troppo
combinerà l’intoppo
e da incosciente spignerà er bottone.
 
E allora o gente,
la terza luna appesa tra le stelle,
riderà a crepapelle;
nun servirà più a gnente.
 
Questo dimostra,                                                       
che de sicuro ‘sta razzaccia nostra
se nun deciderà de usa’ er cervello
sicuro che combinerà un macello:
co’ l’urtima esplosione
scavarcherà er Padrone ! 
 
 
 
 
 
 
 

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