Scritto da © Eleonora Callegari - Lun, 28/11/2016 - 21:57
Di cenere il lago
apre uno squarcio
sospirando lesto
si specchia Narciso
il colorito azzurrino
le guance di bianco
chiazzano il volto
assente il vigore
l'immagine non paga
ed egli alza il ciglio
lucida allora la ruggine
l'albero battuto nel rame
dall'artiere del vento
Spes apre l'uscio
libra il celeste frullo
il suo primo passo
rende l'oro alle foglie
e all'acero imporpora
le dita.
Non ti basta tutto questo
mio caro Apollo?
Indugia il carro
e manca l'occasione
soffocata dai monti fumi
collerosi d'Ate...
E di quei capricci dèi
mi resta il tedio
che sparge fiori di pioggia
tappeto d'osanna
alla malinconia.
»
- Blog di Eleonora Callegari
- 594 letture