Scritto da © Vittorio Fioravanti - Sab, 21/11/2009 - 10:38
Lirica di Vittorio Fioravanti
Sole che morde l'umida rena
tremule bianche figure di vele
sull'orizzonte marino
l'aria vi sa di salmastro
Passi che sei
striscia d'un ventre rosato
due nude cosce convergenti
bruciando d'urgenti voglie
quest'uomo che guarda
E' un tuo insinuarsi
di fremiti ramificati
ben oltre le vene mosce
fra dita e mani assetate
d'ansia e turgore
Lingue vibranti
come tenere foglie
d'un assurdo germoglio
su un tronco mozzato
senza più rami in cielo
a cercarvi le amanti
Netta è la scorza ceduta
nel vento spinto dal tempo
che non conosce
sentimento alcuno
e in fretta ti scorre davanti
come un tassì occupato
Morrocoy, novembre 2009
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