Eravamo sempre
sulle corde spezzate
di una chitarra
e tu mi raccontavi
del tuo passato
mentre un aereo
firmava un dolore
nel cielo di Pescara.
Sarebbero venuti
i trovatori
a raccotare quella storia
ferma sul porticato
della casa di D'Annunzio.
Spille per non fare la guerra
ma l'amore
ne avevamo messe
sul sedere
per scandalizzare i benpensanti
frutti di un'economia
volta a retroguardie proletarie.
Ma sebbene
provassimo a leggere
Stato e Rivoluzione
non si superava mai la terza pagina
come nessuno ha mai
mai
finito il diario di Che Guevara.
Eppure
di quegli anni
all'alba di una rivoluzione
io serbo solo il ricordo di quel giorno
che spruzzavo ai tuoi occhi
il succo di una buccia d'arancia
E tu irritata
mi mandavi a fare in culo
perchè quell'amore era finito
tra un geranio di balcone
e una maglietta macchiata
di sudore.
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