Scritto da © Bruno Magnolfi - Ven, 27/12/2013 - 20:32
Sono tutti così, magari ti stanno apparentemente a guardare, ma in realtà neppure ti vedono. L’anziana donna si lamenta con la sua vicina: mi hanno dato una spinta mentre camminavo sul marciapiede, sono caduta in mezzo a diverse persone che fortunatamente mi hanno soccorsa, e così ho potuto rialzarmi, solo una sbucciatura sopra un ginocchio, niente di grave, anche se adesso ho paura, paura di quelle persone che si nascondono in mezzo agli altri, e pensano soltanto a se stessi.
La vicina la guarda in silenzio, con espressione incredula riflette tra sé che di una vecchia così non se ne fa niente nessuno, ed a lei perlomeno, che è di molti anni più giovane, sembra soltanto un fastidio, e magari vorrebbe semplicemente avere quei soldi che tutti qui sanno che tiene nascosti da qualche parte, ed essere finalmente a posto, felice di spendere e di togliersi qualche soddisfazione, non come lei che non sa neppure come impiegarli. Però annuisce, l’osserva, dice soltanto che oggi non ci si può fidare di niente, tutto è diventato uno schifo, e l’indifferenza regna sovrana, poi la saluta.
Anche l’anziana saluta, si ritira nel suo appartamento, ma dopo poco torna a suonare il campanello della sua vicina. Volevo farle un regalo, dice, ma non riesco a pensare niente che possa davvero servirle, così le ho portato una busta con qualche risparmio che tengo in casa, in fondo ad un cassetto qualsiasi. La vicina la guarda quasi incredula, accetta quel dono con grandi espressioni di ringraziamento, ma solo quando ha richiuso la porta si accorge che dentro la busta ci sono soltanto pochi soldi, qualche banconota che lascia praticamente il tempo che trova, senza cambiare di un millimetro le cose come sono.
Si sente quasi offesa, quella vicina di casa, vorrebbe andare a bussare a sua volta la porta alla vecchia, dirle che può tenerli i suoi spiccioli, non è di questi che lei sente il bisogno, con una famiglia da mandare avanti e tutti i problemi che ha, e non prova certo la voglia di ringraziare qualcuno per un’elemosina. Ma poi alla fine pensa bene di tenere la busta, decide soltanto che visto il tipo di gratitudine di quella vecchia per tutte quelle volte che lei si ferma ad ascoltare quei suoi discorsi e a darle un sostegno morale, eviterà d’ora in avanti di perdere con lei ancora del tempo.
L’anziana signora più tardi torna ad uscire dal suo appartamento per andare ad acquistare qualcosa, scende le scale condominiali, incrocia proprio sul portone la sua vicina di casa che è scesa per chiamare il figlio più piccolo mentre gioca in fondo al cortile, le dice che è veramente contenta di avere come dirimpettaia una persona come lei, una conoscenza preziosa, le spiega, così consapevole dei veri valori, ma l’altra non l’ascolta neppure. Si volta verso suo figlio che intanto è corso a raggiungerla, gli prende la piccola mano, getta un’occhiata come di grande rancore alla vecchia, e poi rientra dentro al palazzo. L’anziana rimane stupita, ma solo un momento: poi ride, si mette una mano sopra la bocca e continua a ridere; osserva la sua sbucciatura sopra al ginocchio senza smettere un attimo solo di ridere. Non c’è niente di male, pensa infine tra sé: bisogna imparare a conoscerle bene le persone per riuscire davvero a difendersi.
Sono tutti così, magari ti stanno apparentemente a guardare, ma in realtà neppure ti vedono. L’anziana donna si lamenta con la sua vicina: mi hanno dato una spinta mentre camminavo sul marciapiede, sono caduta in mezzo a diverse persone che fortunatamente mi hanno soccorsa, e così ho potuto rialzarmi, solo una sbucciatura sopra un ginocchio, niente di grave, anche se adesso ho paura, paura di quelle persone che si nascondono in mezzo agli altri, e pensano soltanto a se stessi.
La vicina la guarda in silenzio, con espressione incredula riflette tra sé che di una vecchia così non se ne fa niente nessuno, ed a lei perlomeno, che è di molti anni più giovane, sembra soltanto un fastidio, e magari vorrebbe semplicemente avere quei soldi che tutti qui sanno che tiene nascosti da qualche parte, ed essere finalmente a posto, felice di spendere e di togliersi qualche soddisfazione, non come lei che non sa neppure come impiegarli. Però annuisce, l’osserva, dice soltanto che oggi non ci si può fidare di niente, tutto è diventato uno schifo, e l’indifferenza regna sovrana, poi la saluta.
Anche l’anziana saluta, si ritira nel suo appartamento, ma dopo poco torna a suonare il campanello della sua vicina. Volevo farle un regalo, dice, ma non riesco a pensare niente che possa davvero servirle, così le ho portato una busta con qualche risparmio che tengo in casa, in fondo ad un cassetto qualsiasi. La vicina la guarda quasi incredula, accetta quel dono con grandi espressioni di ringraziamento, ma solo quando ha richiuso la porta si accorge che dentro la busta ci sono soltanto pochi soldi, qualche banconota che lascia praticamente il tempo che trova, senza cambiare di un millimetro le cose come sono.
Si sente quasi offesa, quella vicina di casa, vorrebbe andare a bussare a sua volta la porta alla vecchia, dirle che può tenerli i suoi spiccioli, non è di questi che lei sente il bisogno, con una famiglia da mandare avanti e tutti i problemi che ha, e non prova certo la voglia di ringraziare qualcuno per un’elemosina. Ma poi alla fine pensa bene di tenere la busta, decide soltanto che visto il tipo di gratitudine di quella vecchia per tutte quelle volte che lei si ferma ad ascoltare quei suoi discorsi e a darle un sostegno morale, eviterà d’ora in avanti di perdere con lei ancora del tempo.
L’anziana signora più tardi torna ad uscire dal suo appartamento per andare ad acquistare qualcosa, scende le scale condominiali, incrocia proprio sul portone la sua vicina di casa che è scesa per chiamare il figlio più piccolo mentre gioca in fondo al cortile, le dice che è veramente contenta di avere come dirimpettaia una persona come lei, una conoscenza preziosa, le spiega, così consapevole dei veri valori, ma l’altra non l’ascolta neppure. Si volta verso suo figlio che intanto è corso a raggiungerla, gli prende la piccola mano, getta un’occhiata come di grande rancore alla vecchia, e poi rientra dentro al palazzo. L’anziana rimane stupita, ma solo un momento: poi ride, si mette una mano sopra la bocca e continua a ridere; osserva la sua sbucciatura sopra al ginocchio senza smettere un attimo solo di ridere. Non c’è niente di male, pensa infine tra sé: bisogna imparare a conoscerle bene le persone per riuscire davvero a difendersi.
Bruno Magnolfi
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