L'opera dei pupi | Prosa e racconti | Antonio Cristoforo Rendola | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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L'opera dei pupi

opera pupi.JPG
L’opera dei pupi 
- Tratto dalla mia raccolta di racconti dell'arabesque "Larga è la foglia" -
 
Il banditore
 
Si accomodino, si accomodino, signore e signori! Tra qualche minuto andremo ad incominciare la straordinaria
“Opera  dei  pupi”
 
dove si ride a crepapelle per le storie di pura fantasia magistralmente interpretate da Pulcinella, eterno morto di fame; Colombina, servetta di facili costumi; Arlecchino, servo scaltro e burlone; dal dottor Balanzone, pallone gonfiato di un cerusico; dall’avaraccio Pantalone e dall’iracondo Capitan Fracassa.
Si accomodino per il divertimento gentili signori, venite a ridere delle loro disgrazie. Scioglietevi dalle risate davanti alla fame atavica di quel disgraziato di Pulcinella, e scompisciatevi innanzi alla triste sorte di acchiappa-uomini di Colombina. Accomodatevi che andiamo a cominciare. Sappiate che il tapino partenopeo ama perdutamente Colombina. Insomma è cornuto e contento! Ridete, prego!
 
Ah ah ah ah ah ah…
 
Lui, gentile pubblico, sa bene che lei fa volgare mercimonio del suo corpo, eppure ne ama l’anima e soffre in silenzio sapendo che molto difficilmente potrà guarirla da questo…diciamo suo esagerato entusiasmo per gli uomini. Anzi sarà impossibile, e sapete perché? Facile! Perché sul copione c’è scritto che Colombina è una puttana e lo sarà per tutta la vita. Ridete prego!
 
Ah ah ah ah ah ah…
 
Un bel giorno, però, Pulcinella si ribella al suo autore, butta all’aria tutto quanto gli capita a tiro e grida: - BASTAAAAAAA! -. Poi va da Colombina e la trascina via dicendole:
- Jammo, fujmme da ‘sta vita de merda!
  E pustammece dò ce aspetta la sorta bona.
  Menammoei tra sciure' nmiezz''o  verde
  Dò io canto e Culumbrina sona –
Escono cantando e ballando,  ma…ma, gentile pubblico, non vissero per tutta la vita felici e contenti perché, attraversando la strada, furono travolti ed uccisi dalla carrozza di Pantalone che si trovava a passare. Ridete, prego!
 
Ah ah ah ah ah ah…
 
Il cocchiere di Pantalone neanche se ne accorge mentre all’interno il suo padrone gli grida di far presto. Pantalone ve lo presento, siori e siore. E’ tirchio, avaro, parsimonioso, brutto, egocentrico, ignorante, superbioso, idiota, superstizioso, sospettoso. Ma, purtroppo, tra tutte queste qualità, ha un difetto: è scemo! A cagione di ciò, gentilissimo pubblico, Arlecchino, il suo servo infedele e scaltro, ne approfitta. Un applauso prego!
 
Clap  clap clap clap clap
 
Pantalone porta a casa l’incasso del suo mercanteggiare ogni sera ed ha un forziere nascosto per bene in un'enorme cantina, tanto grande che Arlecchino, pur esplorandola, non lo ha mai trovato. Pensa e ripensa, il servo giunge alla conclusione che deve convincere il padrone a spostare il tesoro nella sua stanza da letto in modo che, spiandolo, ne scoprirebbe il nascondiglio. Così gli dice:
 
- Oh siur, g’ha saputo? -
- Cos che, Arlechin? –
- Che’l paese l’è assalì da orde de topi particular. –
- E cos che ghe han de particular?-
- Ghe han che sun topi pecuniari.-
- E cus l’è? –
-Ussignur, saria  melio chenon lo sapria. Tuttavia attacano i forzieri che i poveri ricchi han in cantine e se magnano tuto: oro, fiorin e forziere! –
Pantalone, scemo qual è, si reca nottetempo in cantina a prendere il suo forziere che aveva nascosto in una botte vuota e lo mette in camera sua sotto il letto.
Arlecchino, che ne aveva spiato tutti i movimenti, nottetempo, mentre il padrone dorme bel bello, ruba il tesoro e si allontana a cavallo, ma non visse tutta la vita felice e contento perché, miei signori e signore, donne e cavalieri, volgo tutto, dopo poco che si trova a galoppo, viene assalito da un gruppo di disperati girovaghi guidati da capitan Fracassa che lo derubano e lo uccidono. Pantalone, scoperto il furto, muore di crepacuore. Prego ridete!
 
Ah ah ah ah ah ah
 
Capitan Fracassa, l’iracondo! Sapete perchè era irascibile? Perché soffriva di stipsi, in preda alla quale,con decenza parlando, o volgo mio, era costretto a periodici estenuanti sforzi. Con i gitani e capitan Fracassa viaggia anche Balanzone,un cerusico più di detto che di fatto. Egli prepara delle misture per capitan Fracassa che più che sciogliere i fecalomi li indurisce. Ridete, prego!
 
Ah ah ah ah ah ah
 
Un bel giorno il carrozzone dei gitani capita in un paesello dove vive un mago alchimista. Costui ha una mistura  proprio per la stipsi, ma, purtroppo, ha una grave controindicazione secondo la quale, la persona che l’assorbe,  avrebbe  inizialmente centuplicato il suo maggior difetto. Balanzone, ignaro di tutto ciò, venuto  a sapere del farmaco, si intrufola nel laboratorio dell’alchimista e ruba una delle bottigliette con il liquido. Facendo credere che sia un  suo rirovato, lo fa bere a capitan Fracassa che immediatamente viene preso da coliche addominali. Così, pensando di essere stato avvelenato, accoppa il cerusico con un colpo di spada.
In  realtà la colica è dovuta al fatto che l’intestino sta cominciando a funzionare. Infatti, capitan Fracassa si apposta nell’erba e si libera facilmente del fecaloma. –ma non vive per tutta la vita felice e contento perché, come ti ho detto, oh mio volgo, il farmaco non era stato ancora testato. Così il capitano continua a cacare e cacare e cacare fino a formare una montagna di merda nella quale sprofonda ed affoga.
 
Si accomodino, siori. Tra un minuto cominciamo la straordinaria “OPERA DEI PUPI”.
Dal pubblico si leva una voce:
- Ahò! E me dici che annamo a fa lì dentro se morono tutti?-
                                                   


 
 
                                                                                                   
                                                                     


                                                                                                                                     
 
 

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