La veglia funebre - farsa in un atto - | Prosa e racconti | Antonio Cristoforo Rendola | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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La veglia funebre - farsa in un atto -

Atto unico di Antonio C. Rendola
Personaggi

Don Rocco Padovani           il morto

I servi

Camillo

Nicoletta

I villici convenuti

Sebastiano                             vecchio vicino

Raffaele                                 il fattore

Catello                                   agricoltore

Anella                                    sua moglie

Rosetta                                   loro figlia

Marita                                   vicina di casa

I parenti serpenti

Zio Mattia                             eccentrico 60enne

Zia Serena                             sua moglie

Alberto                                  loro figlio

Zio Nicola                             compassato 50enne

Matilde                                  sua moglie

Marietta                                loro figlia
 
 
 
 
 
L’azione si svolge a Roccagloriosa, un paesino montano in provincia di Salerno. La scena rappresenta una stanza appositamente preparata per una veglia funebre. Il letto, interamente ricoperto con lenzuola nere, è posto al centro della parete, di fronte al pubblico, con quattro lunghi candelabri agli angoli con tanto di ceri accesi.  

              Tutti gli specchi sono ricoperti da drappi neri e le imposte sono socchiuse rendendo l’ambiente scuro e spettrale.

Le sedie sono sistemate in parte addossate alle pareti ed in parte intorno al letto stesso. Su queste ultime sono sedute le donne tutte vestite a lutto. Dietro di loro, in piedi o seduti sulle sedie vicine ai muri, ci sono gli uomini anch’essi bardati a lutto. Sul letto c’è un “morto” in persona del servo Camillo.

L’alzarsi del sipario è accompagnato da una solenne marcia funebre, finita la quale Camillo si alza dal letto e, togliendosi la “scolla”,  parla ai presenti.

 

Camillo            Allora? Avite capito tutte cose?

Anella              Tu face lu morto…

Camillo            Nonsignore! Non sono io il morto.

Rafele              (alzando la mano) Io aggio capito. Eh eh eh…

Camillo            Ah si? Vediamo…Chi t’è morto?

Rafele              L’anema ‘e soreta!

Camillo            Cretino!!! Devi fare finta che ti è morto don Rocco, il padrone. ‘Stu fatto cu cafone ignoranti come voi non so come andrà a finire! Allora, sapete bene che questa è tutta una finzione organizzata da don Rocco per beffarsi dei parenti napoletani, quindi, quando questi  arriveranno da Napoli, tu  Rafè griderai:- Marò, m’è morto ‘o padrone!- Hai capito?

Rafele              Marò m’è morto ‘o patrono!

Camillo            Si, è morto S. Pasquale Baylonne, ‘o protettore tuoio! Devi dire padrone, no patrono. Tu, invece, Bastià, devi dire:- Il signore dà, il signore toglie…

Sebastiano       Ma ie me ‘mbroglio!

Camillo            E nun te ‘a ‘mbruglià! Pecchè si te ‘mbruoglie il padrone non ti paga. Lo dico a tutti: Non vi imbrogliate si no ‘e soldi manco co’ binocolo ‘e vedite! Tu, invece, Catiè devi dire:- So’ i migliori che se ne vanno!

Catello             E addo’ vanno?

Camillo            Morene! Ma tu ti salvi: sei il peggiore! Ma è possibile che non capite niente? Don Rocco ha organizzato il proprio funerale qui a Roccagloriosa per vedere il comportamento dei parenti napoletani. In un primo momento li aveva nominati nel testamento, ma poi si è chiesto:- Ma perché quei fetenti che mai mi hanno pensato devono beneficiare delle mie sostanze? Così ha cambiato tutto.

Marita             E già. Voce de popolo dice ca no ne benefichete u e Niculette.

Camillo            Embe? Voce ‘e popolo voce ‘e Dio! Dunque, Anè, tu dice:- ‘Nu piezzo d’ommo ‘e chella manera!-

Anella              (Allargando le braccia esageratamente, come per indicare la pesca di un grosso pesce) Nu piezzo de ommo de chesta manera!

Camillo            Si, ha piscato nu cefalo! Lo devi dire con moderazione, con tristezza, quasi piangendo:- Nu piezzo…sigh…d’ommo…sigh…’e chella…sigh…manera…- Capito?Anella              Avaggie capito:- Nu pezze de ommo de chella manera…sigh,sigh,sigh…tre vote sigh.-

Camillo            Si, va be’. Voi tutte donne reciterete  il “Requia materna”
Tutte le donne                              
Requie materna

dominis, domni domino

luce pepei

et luce et ei

requie schiatta in pace

amen[1]

 

Camillo            Benissimo. (Chiama verso l’esterno) Don Rocco, noi siamo pronti.

 

Entra don Rocco. E’ il personaggio più ricco e stravagante di Roccagloriosa, dalla faccia simpatica caratterizzata da un paio di baffetti alla Gable. Veste completamente di nero.

Rocco              Pure io so pronto. Camì fissami sta scolla.

Camillo gli fissa intorno al viso la scolla.

Rocco              Come sto?

Camillo            State un amore! Signò, voi, però, mi parete il ritratto della salute. –ci vorrebbe un po’ di cipria…

Rocco              E valla a prendere.
Camillo esce.

Rocco              Allora, brava gente? Ve li volete guadambiare questi quattrini?

 

Tutte le donne intonano subito la preghiera per dimostrare che hanno capito.

 

Tutte le donne

 

Requie materna

dominis, domini

luce pepei

et luce et ei

requie schiatta in pace

amen
Subito dopo attaccano gli uomini

Rafele              Marò, è morto ‘o ladrone! E conghe li megli che nun se sape addove vacene…

Anella              (Come prima, allargando esageratamente le braccia) Nu piezzo de ommo de chelsta manera! Doppo tre vote sigh…

Sebastiano       Il Signore dà, il Signore togni.

Rocco              Stamme apposta! Tu poi, Bastià, hai detto Togni, chille do circo.

Sebastiano       Ma io manco lu conosco!

 

Entra Camillo di corsa col vasetto della cipria.

Camillo            Don Ro’, stanno arrivando! Li attende Nicoletta. Presto incipriatevi e mettetevi a letto. (lo aiuta).
In tutta fretta don Rocco si mette a letto a fare il “morto”.
Anella              Vuie vedite quanto è naturale! Parece morto overamente!

Rocco              (solleva per un attimo il capo) All’ossa vosta donn’Anè!

Camillo            Silenzio!
Entra Nicoletta ed annuncia

Nicoletta                                 I parenti napolani di don Rocco Padovani so venuti da lontani.

Camillo            Eh, ha ditto ‘a poesia ‘e Natale!
I sei parenti entrano in processione con le facce di circostanza. Sono accompagnati

Da un’altra marcia funebre. Ognuno, passando, si ferma davanti al “morto” per ossequiarlo, chi col segno della croce, chi toccandolo, chi baciandolo. Ultimo della fila è zio Mattia che depone ai piedi del defunto un piccolissimo fascetto di fiori.

Mattia              Anima benedetta, perché ci hai lasciati? Nostro bene infinito, eccoti un modesto pensiero da parte di tutti noi.

Nicola              Abbiamo diviso la spesa.

Rocco              Se so sprecati!

Nicola              (pensando che sia stato zio Mattia a parlare)  Che hai detto?Mattia              Io??? Niente!

Marietta           Gesù, a me pareva la voce di zio Rocco.

Nicola              Impossibile! Per fortuna è morto. Ehm…intendevo dire purtroppo…

 

Tutte le donne

Requie materna

dominis, domini

luce pepei

et luce et ei

requie schiatta in pace

amen.

Rafele              Neh, guè! Addò vanno i migliori?

Anella              ‘Nu piezzo de chella manera! Sigh, sigh, sigh.

Sebastiano       Il sig. Togni dà e il sig. Togni toglie…

Rafele              Mo me scordavo…Marò è morto ‘o padrone!

 

Tutti i villici applaudono.

Alberto            Ma cos’è ‘sta caciara? Che cos’è questa farsa?

Camillo            Scusate, signò, nessuna farsa. Questo è dolore vero. Nun ‘o ssanno fa buono, ma è dolore vero!

Nicoletta          (Agli ospiti) I signori aviceno mangiato?

Nicola              Avicino?

Camillo            Traduco io, la dovete scusare, è straniera. Ha chiesto se avete mangiato?Nicola              Ah, no, ma preparate, mangiamo dopo. Prima il dolore, poi il sapore.

Alberto            Però fa impressione ‘stu morto!

Rocco              Tu fai impressione!

Alberto            (pensando che a parlare sia stato il padre) Prego papà?

Mattia              Che è?

Alberto            Perché faccio impressione?

Mattia              E io che ne sacce?

Alberto            Ecco l’eterna diatriba che c’è tra padre e figlio!  L’atavico male di ogni famiglia: le dispute tra figli e genitori. L’enorme cozzo! Voi villici, cozzi ne tenete?Anella              None, sule congelate.

Marita             Chiste ene nu paese de montagna, niente cozzeche.

Alberto            Ma che avete capito? Io parlo di diatribe. Diatribe ne tenete?

 

I villici si guardano tutti in faccia poi Sebastiano esclama

 

Sebastiano       Non ne ausiame…

Alberto            Ma le diatribe sono le questioni. Insomma voi non vi cozzate?Anella              No, no, pe le cazzate hai voglia!

Marita             Maritemo nun face autre che dicere cazzate!

Rosetta            Eh si. Le cazzate, si. Papà face cazzate una continuazione!

Alberto            Dunque vedete? Mio padre, senza motivo, mi ha offeso.

Anella              Ma piriche? Che v’ave ditto?

Alberto            Che faccio impressione.

Anella              Ahhhhhhhh, ma non è state luio, ave state lu morto.

Camillo            Anè, non dire scemenze.

Matilde            Già, signori per favore rispettate in silenzio il nostro dolore. Anzi, voi villici vogliate avere la cortesia di lasciarci soli per esternare al caro estinto il nostro dolore…

Camillo            Lasciamoli esternare. Tutti fuori, via!

Rosetta            E noi non esterniamo?

Camillo            Esternate a via ‘e fora!

 

Tutti i villici escono seguiti da Camillo.

 

Alberto            Esterniamo?

I Parenti           Esterniamo!
Si avvicinano tutti al defunto.

Nicola              Tirchio!

Serena             Porco!

Matilde            Maiale!

Marietta           Pecorone!

Alberto            Merdaccia!

Mattia              (vorrebbe dire chissà cosa, ma le esce solo…) Birichino!

Serena             A noi interessano i depositi bancari.

Matilde            Vì quant’è bellella! Quelli interessano pure a noi. So’ ‘nu melione d’euri!Rocco              Un milione e duecentomila!

Matilde            (credendo che a parlare sia stato zio Mattia) ‘O ssape zio Mattia ‘o vvì!Mattia              Io? Io nun sacce proprio niente!

Matilde            Tu mò mò hai detto: un milione e duecentomila…

Mattia              Ma io non ho proprio parlato!

Marietta           Eppure, vi giuro che mi pareva la voce di zio Rocco.

Matia               E può darsi.

Marietta           E come può darsi?

Mattia              Sciocchina, non sai che i morti, dopo morti, hanno delle contrazioni nervose?

Nicola              Strunze!

Mattia              Ecco! Avete sentito? Ha avuto ‘n’ata contrazione!

Nicola              ‘Sta contrazione l’ho avuta io! Le contrazioni nervose determinano piccoli movimenti.

Mattia              E si vede che questo ha avuto ‘na contrazione vocale…

Nicola              Si, mo se fa ‘na cantata, no?

Serena             Ma finiamola con queste sciocchezze e pensiamo alle cose serie. Sei sempre stato un maiale. Mi toccavi eh?

Mattia              Ti toccava?!

Serena             Eh? Ehm…si…mi toccava sempre a me andare avanti quando c’era un pericolo! Rocco, sei un verme!

 

Rocco di scatto apre gli occhi e Serena lancia un grido.

 

Serena             Ahhhhh! Ha ‘rapute ll’uocchie!

Matilde            Marò, quanto è brutto!

Rocco              Sì bella tu!

Matilde            Ahhhhh! Ha parlato!

Alberto            Calma, calma! Quando la finiremo di impressionarci, forse verremo a capo di qualcosa…

Matilde            Ma ha parlato…

Serena             Ed ha aperto pure gli occhi…

Mattia              Sono le contrazioni. Io l’ho detto.

Alberto            Ma qua’ contrazioni? Siamo vittime di una psicosi collettiva. Quindi calmiamoci e ragioniamo: puo essere che zio Rocco, che è morto, ha parlato?

 

TUTTI             No!

Alberto            Ecco spiegato l’arcano: psicosi collettiva. Dunque, venimmencenne a nuie: dunque, da fonte certa mi risulta che zio Rocco aveva fatto testamento a favore della famiglia…

Nicola              A me, da altra fonte, risulta che poi lo voleva cambiare…

Serena             E a me, da altra fonte ancora, risulta che lo ha cambiato.

Matilde            Dalla fonte che so io risulta che i servi beneficheranno anche loro dell’eredità.

Mattia              Cu’ tutte ‘sti fonte arapimme ‘na fabbrica di acqua minerale.

Matilde            Un’altra fonte dice che i due sevi beneficheranno pure loro.

Nicola              Li vado a chiamare. (Esce)

Alberto            Signori miei, questa seconda copia del testamento deve sparire!

Marietta           Già, ma la dobbiamo prima trovare!

Alberto            A costo di mettere sottosopra la casa, la troveremo!

Marietta           Organizziamoci.
Entrano Camillo, Nicola e Nicoletta
Nicola              Qua stanno il cameriere maschio e la cameriera femmina.

Nicoletta          La femmina songo me.

Alberto            E si nota! E che femmina! Mo capisco tutto!

Nicola              Capiamo tutto!

Matilde            E’ certo che capiamo!

Serena             Si capisce!

Mariettà           Si capisce, si!

Nicoletta          (A zio Mattia) Scusate, ma che cosa avete capito?

Mattia              Io nun aggio capito niente! Addimannatelo a loro.

Nicoletta          (Agli altri) Che si capisce?

Alberto            Ah, si capisce che facendo moine hai stregato mio zio.

Nicoletta          Signò, io ammuina nun ne aggio mai fatta!

Camillo            Nicolè, forse è meglio che tu non parli. (Ad Alberto) Egregio signore, vengo con questa mia a dirvi…

Alberto            Eh, sta screvenne ‘a lettera commerciale!

Camillo            …che non sappiamo a cosa volete alludere.

Alberto            Voi siete stati nominati…

Nicoletta          Overo! Me fischiano ‘e rrecchie. Ma chi ci ha ‘nnummenato?Camillo                Statte zitta tu! ( ad Alberto) Intendete nbominati nel testamento? Embè siamo stati umili e fedeli servitori per tanti anni e continueremo ad esserlo.

Serena             Pure doppo morto?

Camillo            Ehm…ehm…si, certo! Continueremo ad esserlo nel suo imperituro ricordo.

Nicoletta          Anima e corpo…

Alberto            Soprattutto corpo! Comunque, signori miei, bando alle ciance e cerchiamo il testamento.

Camillo            Sta ‘ncopp’’a culunnetta.

Alberto            Che cosa?

Camillo            ‘O testamento sta ‘ncopp’’a culunnetta.

Alberto            Ma fatemi il piacere! ‘Na cosa così preziosa, ‘a metteve ‘ncopp’’a culunnetta!
Intanto tutti i parenti cominciano a girare per la stanza alla ricerca del testamento.

Camillo            Va be’, come volete… (poi a parte a Nicoletta) Abbiamo organizzato il fatto in modo tale che possano facilmente trovare il testamento. Poi sai le risate quando lo trovano! Ma questo non mi crede. Licenziamoci.

Nicoletta          Overo? E comme campammo? Io me trovo bona ccà.

Camillo            Cretina!Licenziamoci vo dicere iammencenne! (ai parenti) Signori, se permettete, prendiamo licenza. Ci ritiriamo di là e vi lasciamo al vostro dolore inconsolabile.

Mattia              E’ immenso! E’ immenso!

Nicoletta          Vi lassiamo nell’immensità!

 

Camillo e Nicoletta escono.

 

Nicola              Mo diamoci da fare. Chi sa addò l’avrà nascosto il testamento

Rocco              Vide sott’’a vesta ‘e mugliereta!

Nicola              (pensando ancora che a parlare sia zio Mattia) Ah, ma tu sì nu scostumato!

Mattia              Io?

Nicola              Tu, si, tu! Ti ho sentito sai!

Mattia              Ma chi ha parlato?!

Marietta           Invece di perdere rempo, cerchiamo. Deve essere in questa stanza.

Serena             Io guardo nel comodino (Lo rovista senza accorgersi che il testamento è sopra di esso).

Alberto            Io guardo nell’armadio.

Matilde            Io mi faccio il comò.

Nicola              Io mi faccio il ripostiglio.

Marietta           Io mi faccio la consolle.

Mattia              Io me faccio nu panino c’’a mortadella pecchè tengo fame.

Serena             Ecco il solito materialista!
Cercano e cercano rovistando dappertutto, tirando fuori abiti, foto, documenti,

oggetti diversi, ma certamente non il testamento che è li sul comodino bel bello in evidenza. Allorché rientra il buon servo Camillo, tutti si fermano improvvisamente e fingono ad indirizzare al morto frasi di circostanza uguali a quelle preparate dai villici.

 

Alberto            Pare che dorme. Nu piezzo d’ommo ‘e chella manera!

Mattia              Ehhh…Il Signore dà, il Signore toglie!

Nicola              I migliori se ne vanno!

 

Le villiche rimaste fuori, credendo di dover intervenire, attaccano.

                      

                        Requie materna

                        dominis, domini

                        luce pepei

                        et luce et ei

                        requie schiatta in pace

                        amen.

Matilde            Aiamo affranti dal dolore!

Camillo            (fra se, notando il disordine) Più che affranti direi infranti. Signori miei, vi prego smettetela di torturare ‘sta bella stanza. Quel che voi cercate, ve l0ho detto, si trova sopra il comodino.
L’intero gruppo, dopo qualche attimo di smarrimento, si precipita di corsa verso il comodino per afferrare il testamento del quale se ne impadronisce Alberto, il più lesto.
Alberto            Ah ah ah ah! Mio! (alza il documento a tipo trofeo). Mo statevi zitti, do’ lettura. Mettetevi comodi siore e siori…

Camillo            Comodi, comodi siore e siori che lo spettacolo va a cominciare!

 

Tutti seggono, meno Mattia che non trova posto.

Mattia              Non ci sono posti.

Camillo            Posti in piedi siore e siori. Ma domani si replica!

 
 
Alberto            (apre la busta e comincia a leggere)
 
 

TESTAMENTO

“Oggi, 29 febbraio 2012, io sottoscritto Rocco Padovani, nato…eccetera…residente eccetera…, nel pieno delle mie facoltà mentali, elenco qui di seguito i miei beni mobili ed immobili.”
 

Alberto             Li conosciamo…  (Continua a leggere)

…”Lo so che li conoscete, ma io li elenco                  

                               lo stesso”

                                                                                                                                  

Alberto       Ma come faceva a sapere che io avrei detto: - Li conosciamo-?

                         Poi c’è l’elenco di tutto il patrimonio. Poi c’è scritto:                                
    “ Ai parenti napoletani:

       vi ricordate quando ero un miserabile?”                                                                                                                                              

Tutti                 Si!
Alberto   “…E non tenevo un quattrino?”                                                                                                                                                                                            

                                                                                                     

Tutti                 Si!
 

Alberto             “Vi ricordate quante volte ho bussato alla vostra

                         porta?”                                                                                                                                                                                                     
Nicola              Beh…bussato, mò…                                                      

Matilde             A noi il campanello non funziona…

 
 

Alberto (sempre leggendo) “E tu, zio Nicola, che dicesti                                    quando mi sono operato al rene”?                                                                           

                                                                                                                                                                                                                                         

Nicola              Non mi ricordo…

 
                                                                                                                            Alberto        (c.s.) “ E mi ricordo io! Dicesti che non te ne  fregava niente!”
Nicola              Ma   no!                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        

Alberto               

                             (c.s.) “ Ma si! E tu, Alberto, mi sei mai venuto a                                           trovare le volte che so stato in ospedale? E tu,

                             Matilde? E Serena? Sapete che vi dico?”

 
 

Tutti           Che ci dici? Che ci dici?

 

Rocco si alza dal letto

 

Rocco         Andate a morì ammazzati!

Tutti           (confusamente, con una battuta a testa) Ahhhhhhh….’O muorto è vivo! Il morto non è morto! Lazzaro, Lazzaro! E’ vivo, è vivo!
Rocco che se la ride, ad un ceto punto esclama:
Rocco         Mo jatevenne!Tornate da dove siete venuti con le pive nel sacco! (chiama) Camillo! Nicoletta! Venite tutti!
Tutti rientrano
Sebastiano  Che bello spettacolo! Che ridere!

Raffele        Che spasso!

Anella         Si, me songo propeto divertita!

Catello        Io stavo schiattando!

Marita        Io già mi parevo Lava Giardenerra

Camillo       E che è?

Marita        L’attricia.

Camillo       Ah! Ava Gardener!

Nicola         Ah, ma non finisce così!

Alberto       Certo che no! Ci faremo sentire attraverso i nostri legali! Abbiamo un pool noi!

 

Escono tutti i parenti.

 

Nicoletta     Che faccio? Metto la tavola?

Camillo       Miette ‘a tavula?

Nicoletta     Ha ditto che tenene ‘o pullo…

Camillo       Si, alla diavola!
Rientra Mattia
Mattia         Scusate…(si avvicina al letto) Visto che non serve…(riprende il fascetto di fiori)  Questo me lo ripiglio…

Rocco         E pigliati pure questo! (gli da un calcio nel sedere).

Mattia         Ah! Ma come ti permetti?

Rocco         Sono morto no? Contrazione nervosa!

 
 
    CALA IL SIPARIO

[1] Naturalmente si ratta del Requiem deto in modo maccheronico

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