La confessione | Prosa e racconti | Antonio Cristoforo Rendola | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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La confessione

La confessione  brano tratto dal mio dramma in un atto  “AB, da dove?”
 
L’azione si svolge in una modesta chiesetta della provincia di Napoli.
All’alzarsi del sipario siamo ormai giunti alla conclusione della messa vespertina. Mentre il prete ( un bell’uomo longilineo dall’apparene età di trentadue o trentatre anni e dal linguaggio caratterizzato da un marcato accento lombardo), assistito dal sacrestano, depone il calice con le ostie nel tabernacolo, le campane annunciano che la funzione serale sta per finire. Intanto lo sminuto coro dei fedeli intona…
 
 
CORO                      “T’adoriam’ ostia divina,
 T’adoriam’ ostia d’amor.
Tu degli angeli il sospiro
Tu degli angeli l’amor’
T’adoriam ostia divina,
t’adoriam’ ostia d’amor’…”
Prete                         (Dall’altare si rivolge ai pochi fedeli presenti) “La partecipazione e questi sacramenti salvi il tuo popolo, Signore, e lo confermi nella luce della tua eternità.
CORO                      Amen.
Prete             Vi benedica Dio onnipotente nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. La messa è finita, andate in pace. (Esce)
 
L’eco delle sue parole si è spento rapidamente, mentre più lentamente il sacrestano spegne gran parte delle candele che erano accese.
 
Sacrestano                Ma voi vedete che spreco! Quando mettono l’offerta va be’! Ma qua  stanno un sacco di malandrini che se divertono ad appiccià candele senza soldi…e noi paghiamo!  Ma tu vide che non capiscono: appicciano le candele per fare luce ai santi. Ma perché i santi hanno bisogno delle candele per vedere?  Pure all’oscuro vedono i peccati!
 
Dopo essersi spogliato dell’apparato per la funzione vespertina, il prete rientra in abito borghese nero. Ha con sé un giornale sul quale deve aver letto prima in sacrestia qualcosa che lo ha sconvolto. Il suo aspetto è tirato, il suo volto è pallido. Va a sedere su una della prime panche
Sacrestano                Don Alfò, qua ci sta tropppa gente che appiccia candele senza offerte, e questo non sta bene! E che de? Facessero fesso a me? E’ a nostro signore che fanno fesso! ( Si avvede del volto stravolto del prete): - Ma che de’ don Alfò, non vi sentite buono?
Prete                         No, no…sto bene. Non è niente…
Sacrestano                Niente? Voi tenete ‘na faccia che non tenevate neanche quando siete arrivato qui a  Giugliano da Como ed eravate stanco per il viaggio. E’ pe via de’ candele he?
Prete                         Non è niente…
Sacrestano                Così disse la vacca al toro prima che ne facessero bistecche! Beh, le candele so state stutate e qua stanno le offerte, ho già contato so sette euro. Li porto in sacrestia. (Esce)
Il prete resta profondamente assorto. Il suo sconvolgimento interiore lo si legge sul viso.
Scuote la testa come per negare qualcosa a se stesso, poi si alza e va ad inginocchiarsi ai
piedi dell’altare. Intanto rientra il sacrestano.
 
Sacrestano                Don Alfò e ditemi un poco, per domani che faccio? Cis stanno questi garofani bianchi che puzzano…Che faccio, ‘e cagne o ‘e lasse?
Prete                         …
Sacrestano                Chi tace acconsente! ‘E lasso! Va be’, allora io me ne vado, ci vediamo domani mattina alle sei e mezza. Il portone lo chiudo mò?
Prete                         …
Sacrestano                Lo chiudete voi ho capito…Beh statemi bene…(Si avvia, poi ci ripensa e si ferma) Don Alfò, ‘e ciure ‘e luvamme doppodimane, va! (Esce)
Prete                         (Una volta rimasto solo viene assalito da una crisi di pianto che a malapena riesce a soffocare) Lo ha fatto! Signore, lo ha fatto! Ecco (legge) “ - Bambino trovato morto in un fondo presso Giugliano – Il piccolo è stato strangolato , il cadaverino, scoperto grazie ad una lettera anonima spedita alla locale stazione dei Carabinieri, è stato ritrovato in un pozzo artesiano” Dio, che orrore! (Si copre il viso con le mani).
 
In chiesa entra un uomo, viso scavato, pallido, barba incolta, alto, magro, veste abiti vecchi e consunti. Egli, molto lentamente, si porta alle spalle del prete. Lo guarda, poi guarda l’altare e sorride.
Il suo modo di esprimersi è sempre sommesso e misurato, il suo tono è reale ed incisivo, il suo sguardo fiammante  alimenta sensazioni di timore, rispetto, mistero e compassione nello stesso tempo. Egli in sostanza è un uomo di buona cultura, di esperienza, buon pensatore e conoscitore delle cose terrene.
 
Uomo                          (ride ed accenna senza ingiuria al crocifisso) State chiedendo istruzioni?
Prete                           Tu??? Hai il coraggio di tornare qui?
Uomo                          Eh, il coraggio!  E qua’ coraggio nce vo’?
Prete                           Ma…ma come puoi ripresentarti qua davanti dopo quel che che g’hai fatto? (Gli mostra il giornale e si alza minaccioso).
Uomo                          Io lo sapevo che il momento più divertente sarebbe stato quande ve fusseve mise a fa’ ‘sta iacuvella. Ah, scusate, voi non capite bene il napoletano: iacuvella sarebbe quella che dalle parti vostre chiamate manfrina. Vorrei confessarmi.
Prete                           (Disorientato) Confessarti? (Guarda il giornale come per dire:- Vuoi confessarti dopo quel che hai fatto e che è scritto qui?-)
Uomo                          Si, e che de’, mi volete negare la confessione?
Prete                           Io…io…no, non posso negare. (Esce per andare a prendere la stola in sacrestia)
 
L’uomo, rimasto solo, prende il giornale e gli da uno sguardo.
 
Uomo                          (Ad alta voce, al prete che è fuori) Avete letto? Bella cosa i giornali he! La bocca della verità! Il quinto potere! Il sesto è la televisione. Mò avimme ‘a vede’ quale sarà il settimo…Ah, siente, siè;- (legge) Il delitto appare opera di un mostro pedofilo…-Mi hanno già psicanalizzato! – Il cadavere del bambino, ritrovato seminudo, porta tracce do violenza sessuale…-‘A tenene ‘int’’o cervelle ‘a violenza sessuale. Quando l’ho lasciato io il bambino era vestito.
 
Il prete rientra con la stola sacramentale sul collo.
 
Prete                           Inginocchiati…
Uomo                          In ginocchio? E che de’, già faccio penitenza? In piedi o seduto è lo stesso?
Prete                           S’è lo stess.
Uomo                          Volete vedere che vi dico a che state pensando? Vi state facendo un esame di coscienza e vi state dicendo:- Quest’uomo era venuto da me dieci giorni fa a domandarmi 'na parola pe’ salvà l’anima sua, ma chella parola, vuote e gira, nun ce l’ho saputa trovare. Mea culpa! Perché non ci fate il sermone per domenica prossima?
Prete                           Pazzo!!! Mi sto pensando a quel bambino che hai martorizzato.
Uomo                          Prete, avete memoria corta! Quel bambino che voi avete martorizzato!!! Non vi ricordate che ero venuto a confessarvi che lo avevo pigliato?
Prete                           Dio, si!
Uomo                          E vi ricordate che vi avevo pure detto:- Mò o mi date l’assoluzione o lo uccido quel bambino?-
Prete                           Si, si, si.
Uomo                          Bravo!
 
Lunga pausa durante la quale l’uomo passeggia lentamente davanti all’altare guardandovi
sopra ogni tanto
 
Uomo                          E voi? Voi che avete fatto? Mi avete guardato in faccia senza dì ‘na parola. In principio non mi avete creduto, ma poi siete uscito ‘a dint’’o confessionale, mi avete guardato negli occhi e avete capito che non dicevo scemenze. Ma, nonostante tutto, niente! Non siete stato cazzo di trovare una parola! Sicuramente avevate pensato di chiamare la polizia, ma non avete potuto farlo in quanto stavo sotto confessione. Allora vi siete messo ad andare avanti e indietro per la navata della chiesa guardando quelle quattro donnette che stavano assettate come per domandare loro un aiuto. Poi è venuto il bello: vi siete seduto di nuovo nel confessionale e avite ditto:- Tu vaneggi, esci da questo luogo sacro e lasciami in pace!- La cosa peggiore sapite qual è? E’ che avite fatte finto ‘e nun me credere E mò comme state? In pace? Siete voi che avete firmato quella condanna, neh zì pre’! Voi e questo vostro Dio!
Prete                           Non nominare il nome di  Dio…
Uomo                          …Invano! E già, perché tutto quello che è successo è stato invano! Sapete ‘na cosa reveré, quando ho ucciso quel ragazzino penso che ‘sto Dio vostro doveva sta proprio là ad intrigarsi, a spiare proprio in quel momento le smorfie che faceva quella creatura mentre moriva. Si, si, doveva sta là quel vecchio onnipotente, onnipresente, onnisciente, onnitutto.
 
 

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