Scritto da © Amina Narimi - Mar, 05/05/2015 - 22:04
Manchi. Dolorosa.
Perché ancora dobbiamo cantare,
Cantare e le stringhe degli astri
Più alti dell'abbandono più alti
Della spina tagliente di tramontana
Offriranno riparo, senza lamento-
Il punto di partenza della voce è fermo-
Rimane il secchio d'acqua che ti porto
la vibrazione del legame. Rimane la sete
in un sottile movimento lungo il taglio
degli occhi di betulla che ricordo.
La vecchiaballerina. Nel lucido smagliante
che s'attacca agli occhi. E' la mia mano
che conta gli anni poco a poco
a mangiare la luce del dolore
dove non sono più i tuoi seni.
Mi segno con le briciole la fronte,
con la polvere che viene dal suo dentro
i suoi capelli morti. Quasi al cuore
rannicchiata nella solitudine
di una bestia.
Vorrei leccare le radici per scaldarla
per danzare alla sua altezza e deglutire.
Finchè dal fondo mi alzo in piedi.
Mettendo pace. Si ramifica leggera
più pura la perdita.
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