Scritto da © Amina Narimi - Sab, 09/04/2016 - 18:41
Vieni prima degli occhi. Questo lo sai.
È la domanda di bene
che ogni bambino rivolge
nella fiducia.
Guarda tu ora, e noli me tangere.
Io debbo proteggere il vuoto
mai posseduto. Ti benedico
perché non hai trasformato le pietre nel pane
che mangi ogni giorno. Sulla tua trama nera
è un ricamo quel rosso che appare
come fosse un esercizio, una veglia
alle energie più sottili. Obbedisco,
rimanendo in ascolto-
mentre il fiume copre il suono delle tua voce-
Obbedisco,
con l’alito che so delle bestie
quando si sporgono nel tepore della paura.
È la domanda di bene
che ogni bambino rivolge
nella fiducia.
Guarda tu ora, e noli me tangere.
Io debbo proteggere il vuoto
mai posseduto. Ti benedico
perché non hai trasformato le pietre nel pane
che mangi ogni giorno. Sulla tua trama nera
è un ricamo quel rosso che appare
come fosse un esercizio, una veglia
alle energie più sottili. Obbedisco,
rimanendo in ascolto-
mentre il fiume copre il suono delle tua voce-
Obbedisco,
con l’alito che so delle bestie
quando si sporgono nel tepore della paura.
Tu avanzi
fino a toccare tutto quello che ci rimane.
Io sono insieme- ripeto-
tra le cose in movimento,
lo scintillio della prima risata,
la mano che diceva il miracolo,
sul fuso della tue dita, la grazia-
i nomi della luce sono qui
nel più sacro recinto illimitato
dov’è il sortilegio che chiama,
seppur sfiorando il nulla,
nell’instancabile enigma dell’eternità.
fino a toccare tutto quello che ci rimane.
Io sono insieme- ripeto-
tra le cose in movimento,
lo scintillio della prima risata,
la mano che diceva il miracolo,
sul fuso della tue dita, la grazia-
i nomi della luce sono qui
nel più sacro recinto illimitato
dov’è il sortilegio che chiama,
seppur sfiorando il nulla,
nell’instancabile enigma dell’eternità.
Un’iscrizione ricavata dall’albero, al fianco,
coltiva l’inverno della tua lingua
vegliando i semi la folata di vento.
Rinasce la voce.
Sei innegabile
nel sì finale alla passione che mi aspetta,
il lungo affondamento nel mio vuoto,
fino a sostituirlo con un principio luminoso.
coltiva l’inverno della tua lingua
vegliando i semi la folata di vento.
Rinasce la voce.
Sei innegabile
nel sì finale alla passione che mi aspetta,
il lungo affondamento nel mio vuoto,
fino a sostituirlo con un principio luminoso.
Non saprai che ci sono ad amarti
come l’inizio del mondo,
il silenzio che circonda le parole
è lo stesso che precede l’azione e si spegne
nel possessivo profondo del “ mio
adesso”. Viene il mese crudele di Eliot
con ogni briciola di bene che è stata raccolta
nell’onestà della voce. Nuda,
vulnerabile ripeto il gesto di offerta:
“io sono insieme”-
e, ciò che più conta, la tomba è vuota.
come l’inizio del mondo,
il silenzio che circonda le parole
è lo stesso che precede l’azione e si spegne
nel possessivo profondo del “ mio
adesso”. Viene il mese crudele di Eliot
con ogni briciola di bene che è stata raccolta
nell’onestà della voce. Nuda,
vulnerabile ripeto il gesto di offerta:
“io sono insieme”-
e, ciò che più conta, la tomba è vuota.
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