Scritto da © amcozza - Mar, 23/05/2017 - 08:09
Si dimentica presto
l'idioma d'amor dei vent'anni
dopo che a frotte sono fuggiti i sogni
e gli anni ad uno ad uno
passati sono al par di un lampo.
All'inasprirsi degli eventi
semintontiti, altro linguaggio
più duro, si apprende, senza spiragli.
Non v'è alchimia esoterica
o sortilegio che ci ricarichi
e ricrei le voglie e i desideri
di quando ragazzi e davvero vivi
come fiori in divenire si aspettava
un'alba e sbocciavano illusioni
e con sorriso si sospirava d'amore.
Indietro, il fiume giammai ritorna:
con sé ogni cosa trascina alla foce
replica non vi è di giorni declamati
recupero di speranze alla deriva
solo sciame di ricordi, collezione
di immagini tarmate restano
a chi più non è attaccato al possesso
e non ha altro appetito di inganni..
Torcersi a che serve?
Non ci si strappa al morso della vita
non si scansano i suoi schiaffi
si portano a lungo i suoi graffi;
bisogna ingoiare e digerire
il vano delle lunghe parole,
subire la ferocia dei lunghi silenzi.
Per abitudine poi si resta
e incompiuti, senza protesta,
si aspetta che ci portino sotto una zolla
fatti secchi un giorno dal tempo
che con preannunci e in sordina
molto prima ebbe a dirci: addio!
l'idioma d'amor dei vent'anni
dopo che a frotte sono fuggiti i sogni
e gli anni ad uno ad uno
passati sono al par di un lampo.
All'inasprirsi degli eventi
semintontiti, altro linguaggio
più duro, si apprende, senza spiragli.
Non v'è alchimia esoterica
o sortilegio che ci ricarichi
e ricrei le voglie e i desideri
di quando ragazzi e davvero vivi
come fiori in divenire si aspettava
un'alba e sbocciavano illusioni
e con sorriso si sospirava d'amore.
Indietro, il fiume giammai ritorna:
con sé ogni cosa trascina alla foce
replica non vi è di giorni declamati
recupero di speranze alla deriva
solo sciame di ricordi, collezione
di immagini tarmate restano
a chi più non è attaccato al possesso
e non ha altro appetito di inganni..
Torcersi a che serve?
Non ci si strappa al morso della vita
non si scansano i suoi schiaffi
si portano a lungo i suoi graffi;
bisogna ingoiare e digerire
il vano delle lunghe parole,
subire la ferocia dei lunghi silenzi.
Per abitudine poi si resta
e incompiuti, senza protesta,
si aspetta che ci portino sotto una zolla
fatti secchi un giorno dal tempo
che con preannunci e in sordina
molto prima ebbe a dirci: addio!
»
- Blog di amcozza
- 1061 letture