Scritto da © Anonimo - Gio, 05/11/2009 - 14:34
Ti ritrovo alle terre dei tigli
ampia come le più larghe lampare
distesa tra una balza sopravvento
e i conci a secco
che reggono sassaie.
Hai più sentieri che precorrono salite
di quanta pelle io possa mostrare al sole
Sei un terso arabesco di frescura
in questo puro fondo di passione.
Hai timidi sorrisi.
Ahi!, per la tua bella fronte a volta
offri pensieri pensili in giravolte
che meravigliano gli acrobati.
Hai un corridoio di riga tra le ciocche
per le stanze di memoria in cui ripormi.
Leggo nelle accurate visite alla mia pelle
le traverse scie di una certa rotta
il lembo o il molo per l’approdo
della tua grazia vera gravida e agreste.
Ecco
richiedi sensi seplici in risposta
carezze - ad onor del vero ostiche ma dense -
fondi di labbra
in cui la lingua affonda.
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