Scritto da © Anser - Gio, 03/05/2012 - 10:35
Gli anni sono e non sono,
dividono angoli,
premono la voglia di sete sino a lambire
ogni cresta d’onda, il fiato,
a sfinire ogni notte
in uno iato d’amore.
Luccica ogni passo
[la fermata del bus è alcova],
duplicare tempo e spazio
è questione da poco. Funamboli
lanciano birilli a raccontare
l’errore d’ogni perfezione.
Il freddo assale le mani.
Non esistono approdi di vento
a cucire gli orli del tempo,
[tu prova a sciogliere i nodi
che incespicano, con ringhio stentato]
occorre colmare spazi, misure
con indulgenza improvvisa.
Poi, ridere di riarse dune
che sfumano nella risacca del mare,
della luna che si spoglia nel cielo,
[d’ogni cosa poggiata alla radice del cuore],
sino a guardare, con angolo lieve,
le rughe scavate
dal ricordo di te.
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