2.il viaggio in treno

Smarriti, colti da un’indicibile senso di colpa ci guardammo negli occhi, furono attimi o solo pochi secondi, ma l’accelerazione del treno, ci scosse da quello stato e la logica prevalse su tutto.

Cosa fare? cosa dire? cosa … come

“beh il pc l’abbiamo recuperato, i ns segreti sono salvi” esordì lei

io mi vergognai, ma infondo era la mia natura, distratto e precipitoso, rosso in viso e pallido in cuore le dissi: perdonami

ci sedemmo l’uno di fronte all’altra tenendoci per mano, non sapevamo nemmeno quando e dove sarebbe stata la prossima fermata, così pensai di dirle che saremmo potuti scendere o rimanere sul treno dipendeva solo da lei.

Era andata diversamente da come avevo immaginato, avevo in programma che appena sceso sarei andato in taxi in un B&B di cui le avevo accennato, li avrei fatto una doccia ed avrei aspettato che si connettesse alla rete

poi le avrei detto di essere arrivato e chiesto dove ci si poteva incontrare.

Invece a sorpresa, l’ho trovata in stazione, chissà per quale motivo, poi lei mi spiegò.

Il marito era partito per lavoro, come sempre sarebbe mancato i primi giorni della settimana, così ricordando orari e coincidenze aveva pensato di venirmi incontro, non aveva da aspettarmi e quelle ultime ore nell’ansia, da sola, in stazione guardando la desolazione e lo squallore dilagante, in effetti avrebbe smorzato i toni, l'entusiasmo e l’enfasi, che il primo o ... l’ultimo incontro ci riservava.

Eravamo fermi, una seconda stazione nella stessa città, senza parlare ci alzammo e guardando la porta dello scompartimento ci avviammo.

Meglio così, sembrammo dire in coro, una fuga non è un viaggio, un viaggio lo avevamo già fatto, era nelle nostre righe, fogli non portati da bottiglie o postini in motorini, ma pagine scritte dietro uno schermo che anche da separati continuava ad unirci.

Il taxista ci chiese se volevano usare il suo taxi, salimmo e detti l’indirizzo del B&B senza interpellare lei.

Vidi il suo sguardo compiacente e soddisfatto ed in macchina le presi la mano, lei disse solo “va bene così”

Non fu lungo il tragitto, arrivati lei mi disse “io proseguo per casa, ci sentiamo più tardi” tra me e me mi dissi meno male.

Ora ero lì nudo come un verme, avevo acceso il pc, ero su msn aspettando lei.

Come sempre era “non al computer” ed io “libero” (per modo di dire).

Eravamo così abituati a dirci tutto in quella alcova mediatica che quell’essere così vicini ci imbarazzava, non eravamo come estranei, ma era come se stessimo in una room senza pvt.

Così appena udii il trillo fui scosso da quei pensieri e come quando stiamo a 800 km di distanza, riprendemmo i nostri dialoghi di chat. Stavolta però fu un resoconto, chattammo in chiaro prima, senza voce, si voleva forse ancora celare le emozioni provate, poi dopo un po’ cominciammo a parlare, le solite cose, pillole di tenerezza, ombre di un amore nato allo specchio. A pensarci ora non ho fatto caso al suo  odore o profumo, saranno stati gli odori del treno, oppure l’agitazione, pensando a lei ho sempre immaginato l’odore della brezza marina, lei che ama il mare, che prende il sole sugli scogli e guarda il volo dei gabbiani, ne abbiamo fatto di filosofia sui gabbiani e sugli scogli, ma ora eravamo a due passi, ma piantati, come due scogli, quale tsunami ci avrebbe uniti? Continuavamo a parlare e scambiarci emoticon, fumetti e animoticon ed eravamo lì. Sapevo che il marito era partito quella stessa mattina, forse lei era in stazione, dopo averlo accompagnato, lui il mio omologo, sarebbe ritornato giovedì, avevamo ben 4 giorni e 3 notti, solo per noi, ci sarebbero bastati o il tempo sarebbe avanzato? per… cosa ….. per tutto o per niente.