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Il nostro si che è stato un coupe de foudre

Mi tocca dirglielo. “Smetti di toccarmi altrimenti non riesco a pensare ad altro”.
E’ emersa un’intuizione e se non la fermo subito su una memoria perlomeno provvisoria le toccherà non solo di tornarsene a casa, cioè inabissarsi di nuovo nei meandri polverosi della memoria principale, ma divenire una povera cosa inutile.

Tra le fronde

Cerco un rifugio
tra le fronde leggere
del vecchio salice
che nessuno mi veda
dove aspettare il tuo ritorno
mi accovaccio

I cavalieri del blues

Scriverò di noi
Di gesta d’eroi
Di acque limpide all’orizzonte
E a valle fresche fonti.
Cavalieri senza macchia

a nascondino

Si nasconde dentro un cespuglio
l’erba di san Giovanni
la ricopre di giallo brillante

Non sono terrestri (però)

Era riunita da diversi balm la Corte di Giudizio sugli illeciti di guerra, nella sala principale della Fattoria 888, la maggiore struttura dell’ 8° pianeta del sistema, ed era chiamata a valutare, stigmatizzare, punire se ne era il caso, alcuni comportamenti tenuti dai Combat durante l’ultima campagna contro gli alieni, che molto avevano inciso su una non perfetta riuscita militare dell’operazione e dato adito a lacune di efficienza causando incertezze sul buon esito della medesima. L’accusatore era in piedi su un pulpito, fregiato da tutti i lati coi graffiti della compagnia e della Confederazione delle 7 Stelle, in una sgargiante tunica cremisi, bordata da una striscia dorata, e sul petto l’immancabile segno del rango e l’identità M132, vistosamente ricamato. L’anfiteatro era gremito da astanti interessati ad esserci più che per quanto potesse davvero avvenire, tanto era scontato l’esito del procedimento giuridico, per sentire la retorica aulica sulla battaglia, l'eccitante demagogia connessa a un richiamo ai primordi che i fatti avvenuti, sollecitavano imperiosamente. All’ordine del cancelliere si fece silenzio, lui con voce pacata, autoritaria e autorevole e rivolto al banco dei giudicanti:
- Accusa: il convenuto C11.21, Ufficiale di Accademia, al comando di un drappello di incursori impiegato nella battaglia Libera l’Ottavo di Balum, penetrato con i suoi dipendenti nel covo sotterraneo, dopo apprezzabilissimi interventi militari di bonifica vitale dagli alieni sopravvissuti al bombardamento, rientrava al mezzo da sbarco ed alla base, portando seco materiale saccheggiato assolutamente proibito dai regolamenti e dalle leggi della nostra comunità. Come noto i Combat hanno diritto al saccheggio delle proprietà aliene, ma si devono rivolgere soltanto a materie veniali, commerciali. C11.21 si è reso responsabile della indebita appropriazione, possesso, consumo di sostanze destinate al culto e ai riti dell’alta gerarchia del paese. La qualità, la quantità, il valore simbolico della sostanza, supera di milioni di Cosmic il prezzo di un barile di frodis e mette in discussione la legge, la gerarchia, l’ordine del sistema. L’ordine, soprattutto. L'ordine del sistema.

Il profumo del silenzio

Un mattino di ottobre
può sapere di pane croccante
di rugiada che imperla le scarpe
mentre l'alba si cambia di pelle
 
una pioggia può scendere quieta
e indugiare nell'aria come fumo di pipa
ma la fame, quando è sazia la pancia
ti sospinge comunque in cammino
 
Non mi serve guardare il colore del cielo
ce l'ho addosso a mutarmi le vesti
a impregnarmi la pelle come olio di cedro
come mosto affinato nei lunghi meriggi
 
il silenzio non è mai abbastanza
ci vuol calma al fluire del sangue
per udire gli sguardi che dal verde ormai stanco
vanno ancora indugiando su quell'io vagabondo
 
Siamo fatti di pane e di luce compressa
e l'ottobre che bussa alla porta
non è un morto sorriso che regala illusioni
ma un crepuscolo che si fa arena
 
palcoscenico umido e fresco
senza posti a sedere o sipario
ma il comune bisogno di stare a sentire
tutto quel che ha da dire il silenzio
 
Perchè l'eco sommesso di una cosa taciuta
non incide i suoi segni nella scorza dei giorni
ma nel liquido canto del profumo del pane
ogni cosa è già detta
 
e conoscerla puoi.

Frost spring morning

Scivola lungo la valle
il fumo gelido avanti l'alba
crepita il silenzio di accenni d'ombra
dileguano fantasmi e muoion sogni
 
indugia un volo soffuso di civetta
perverso velluto vela di piume artigli
denso il respiro s'omologa in ombre a viticci
raffrena il passo l'essenza viscosa del tempo
 
Ottuso alla vampa del sole che affaccia lontano
distilli l'essenza fuggiasca in tane di sasso
bramoso di tenebre lievi e giacigli di fronde
perpetuo crepuscolo ad agreste miraggio disteso
 
briciole di certezza cadono ovunque
nel tempo di passaggio oltre il sorriso
seguimi, dolce nebbia e occludimi al mondo
lasciami voli d'ardesia e mattoni di sogno
 
lasciami scorze di luce
agrumati pastelli
 
in preludio del giorno.

Stamattina, ad esempio

Stamattina
ad esempio, mi son svegliato dicendo
fra me e me
di avere una fame boia
 
risaliva dalle vene
fino alla lingua, lì disotto
Tu sai le papille che scherzo fanno
gli umori
 
Avranno una memoria loro
queste sensoriali?
Bah!
 
Mi son cotto due uova al tegamino
occhio di bue
mi sono messo a lavorare
 
e, tranne per un altro caffè a metà mattina
non ci ho pensato più, fino alle tredici

Te la racconto così, come venuta

Oggi, di testa, sono tornato da Leyla
 
Ripetevo come un pinocchio
questo legno, questo legno scuro
che fa ombra
un graticcio, un viticcio
 
Ah
la tv bianca e nera, a proposito l’hai venduta?
tu, che sgrani i misteri
come patatine
 
 
O perlomeno, in frigorifero
ne hai una bella riserva, come me
che un plaid attento sulle ginocchia
ci potremmo divertire
 
ti sei alzata, il deretano pastoso impresso di rosso mezzaluna
la latteria
una ragazza scalza occhieggiante dalla cucina
il caffè
 
E carogna, ti sei portata la coperta
l’hai lasciata cadere, una seta, a mezza strada
 
 
 

La mia dolce amica Rosita in: The Monk

post rimosso dalla redazione
 
I termini pornografici contenuti nel racconto, non sono erotici, e non sono ammessi.
 
Manuela

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