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C’è un sacco di lavoro da fare ed io non posso più perdere il mio tempo con gli adulti. Quello preferisco regalarlo ai bambini, nella biblioteca del mio paese, dove insegno teatro in lingua sarda, leggo la Bibbia, qualche bella storiella in italiano e qualcuna me la invento pure io e non per sentirmi dio (preferisco scriverlo minuscolo, perché il mio vuole così), ma un fanciullo, che anche se non va in chiesa, cerca semplicemente con la poesia di avvicinarsi a lui. Ve ne lascio in dono una, con la quale voglio dirvi che a volte delle grandi civiltà non sopravvivono neanche i poeti, ma quelli che conoscono bene le erbe, che i padri raccoglievano e le mamme cucinavano, o viceversa o tutt’e due le cose insieme. Sono stata bene con tutti voi, con certi un po’ di più e con certi un po’ di meno, e vi auguro ogni bene.
 
NARAMI’ UNU PAGU
Naramì unu pagu
ti ndi sesi scaresciu
de candu su famini
segastus a fittas
e s’ingaungiu
a dis fiat mattuzzu
ambulazza o gureu
Po giogu tittiacca
suisui e coraxedu
E de is fueddus
chi a mura ‘e gessu
scriestus in is murus
de ‘ogna contonada
“Sa miseria
no est crupa ‘e su destinu
ma de chini ammuntonat
prus de su tanti”
Pappandi ancora
ponimì in menti
cimas agras de coraxedu
e chini scit chi oi
a prus de is dentis
no t’ammoddit su coru
E torrit in celu
sa bona a su soli
si abbetias ancora
ca issu est prus grogu
‘e su grogu ‘e su frori
e ca no est unu praneta
ma una stella accanta
e... mi nd’imprentas una
de pabauli in fronti
 
DIMMI UN PO’
Dimmi un po’
te ne sei dimenticato
di quando la fame
tagliavamo a fette
e il companatico
a volte era crescione
rafano o cardo selvatico
Per gioco erba tortora
pistilli di fico d’India e acetosella
E delle parole
che con more di gelso
scrivevamo sui muri
di ogni vicolo abbandonato
“La miseria
non è colpa del destino
ma di chi accumula
più del tanto”
Mangiane ancora
dammi retta
steli agri di acetosella
e chissà che oggi
oltre a legarti i denti
non ti intenerisca il cuore
E ritorni in cielo
il buonumore al sole
se battibecchi ancora
che lui è più giallo
del giallo del fiore
e che non è un pianeta
ma una stella vicina
e ... me ne imprimi una
di papavero in fronte
 

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