Volevo scrivere altro. | Post comici, demenziali, ludicomaniacali | Marco valdo | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Volevo scrivere altro.

Così ti struggo di lemmi, amore avito, l'ossimoro era nero, lucido gioco ameno, porno? Non so, forse domani, quando il domino sarà completo, vestirò dolci gabbane di pizzo siculo.
Potrei rispondere così, all'avventore curioso, ch'io non rispondo mai, ho i bordi tondi, il rimbalzo è sempre altrove.
Perché il ricomincio è il mio credo.
La coerenza è la mia scienza esatta, la uso come bancomat.
Faccio un libro solo di incipit.
Quella frasetta che smuove l'intimo alle femmine, che corruga i maschi.
Elvira è una donna, magra quanto basta per dire cosa vuole.
La partenza è già intenzione, direzione, anche se domani ti trovi seduto di spalle alla meta.
Lei si era trombata tutta la squadra di rugby del liceo, cominciando dai più ratti e finendo col pilone.
Lui guardava il futuro come si guarda una moglie giovane e carina che monta le tende.
Monica sa tutto, il troppo se lo fa evirare dal demonio.
Lo sbaglio che fece ella, fu di essere la terza incomoda.
Giusberto si faceva chiamare Gius, cosa che stava sui coglioni a quasi tutti i suoi conoscenti.
Non era l'uomo per lei, forse diviso, menomato, addendato.
L'uscio scricchiolò di fame di cose untuose, lui gracchio un “permesso?”
“Che minchia di ballo è il calypso?” disse lui, facendo sentire bene la ypsilon.
Grondava dubbi sul patimento delle anime sante.
Si sbagliava spesso, ma altrettanto spesso si correggeva, solitamente continuando a sbagliare, il vero per lui era l'opposto.
“Ma basta con questi incipit” disse convintamente l'avvocato di famiglia.
Adesso dimmi senza pensare, che maglia ha il pilone? Quanto è magra Elvira? Giusberto ha la faccia da scemo? L'uscio è stato unto?
Era un altro incipit, non dovevi rispondere.
Come lo era quello sopra, potevi anche rispondere, se non fosse che lo sono anche io.
“Ti sbagli, non sono un minchione come pensi” disse lo scrittore convinto, probabilmente da se stesso, che comunque prendeva le distanze, usava la spanna a minchia come unità di misura, poco più corta di quella di Rocco, no, non quello coi fratelli, il figlio unico.
“Ma comunque non lo scrivo un libro di soli incipit” disse una voce fuori campo, era la riserva del pilone che aspettava il suo turno.

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