Scritto da © Ezio Falcomer - Sab, 31/03/2018 - 18:30
Ricordami che ora è,
ogni dieci minuti.
Che per me il tempo passa
in maniera strana.
Mi perdo
nei giardini asimmetrici del pensiero,
nei boschi entropici
del flusso di coscienza.
E nella nullafacenza.
Passeggio nei labirinti della storia,
per archivi e biblioteche della memoria.
Ascolto il gas acceso,
l'acqua nei tubi,
il ronzio del frigo.
Ricordami qual è
esattamente il mio nome.
Spiegami perché, lentamente,
mi dissolvo sempre un po' di più.
Perché il silenzio non posso mangiarlo.
Oppure, fai tu.
Non spiegarmi niente.
ogni dieci minuti.
Che per me il tempo passa
in maniera strana.
Mi perdo
nei giardini asimmetrici del pensiero,
nei boschi entropici
del flusso di coscienza.
E nella nullafacenza.
Passeggio nei labirinti della storia,
per archivi e biblioteche della memoria.
Ascolto il gas acceso,
l'acqua nei tubi,
il ronzio del frigo.
Ricordami qual è
esattamente il mio nome.
Spiegami perché, lentamente,
mi dissolvo sempre un po' di più.
Perché il silenzio non posso mangiarlo.
Oppure, fai tu.
Non spiegarmi niente.
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