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Ode agli alberi - il testo

Dall'ombra sorgono
radure di luce
dimore di un popolo silenzioso
la cui voce viene concessa
dal vento e dal canoro d'ali.
Individui diversi
si affratellano
ora in fronde gialle
ora ruggini dipinti d'autunno,
sentinelle di un piccolo ponte
raccolgono sospiri d'amore,
in capannelli mormoranti
tendono al cielo.
Cattedrali di colonne cortecciate
si aprono su cortili splendenti
e vetrate istoriate
dove il cielo si trina tra i rami.
Sacralità di natura...
Ai piedi soffici fili
nei fusti abbracci di edere
qui nel bosco
dove fiotti di raggi 
fendono la penombra,
il sole si riversa
a fiume sui muschi,
dove il verde coniuga
infinite sfumature
a lenire mestizie,
dove anche un ramo secco
splende come scultura d'avorio.
E lei annosa quercia
come una regina
spalanca le tante braccia
mostrando i sudditi
affrancati dall'uomo, generosi,
offrono respiro
che accolgo
nel paese degli alberi
prima che mani folli estinguano
prima di soffocare nel loro ricordo.
La dignitosa etnia ne ammiro
mi è salvezza
e il rimpianto è nei miei piedi
mentre lascio
i loro sentieri di foglie.

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