Scritto da © Eleonora Callegari - Mar, 25/09/2018 - 21:01
Quale grazia ergi
dalle acque lime
sullo stelo possente
tra slargo lucore di foglie
il tuo calice sinuoso
conobbe tornio divino
e la luna ne aprì lo scrigno
che traboccò candido stupore
culminando nel vezzo, ricciolo
come goccia sospesa
soave creatura, ti vidi
sfumare di luce virente
le mani di una sposa
mi colpì la tua eleganza
calla: fiore d'acqua.
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