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Lettera di un buddista ad un suo compagno di fede

 
    … Non ti biasimo, Amico Mio.
    spesso ho creduto che
    l’esule diamante
    non fosse più tra noi,
    che oramai fosse andato perduto.
    Il cielo terso d’azzurro mi silenziò,
    brandendomi le intense emozioni
    che oramai giunsero quasi al tramonto
    del loro intenso esistere.
    Poiché ho ancora una dignità,
    e mai mi arrenderò,
    dichiarerò lotta ai miei fantasmi;
    senza alcun desistere.
    Quel cielo Terso d’azzurro, allora,
    fu una breccia nel buio indelebile
    che avviluppava il mio mondo tutto.
    Quella breccia fu la mia ancora di salvezza,
    fu il fuoco che alimentò la mia speranza,
    oramai radamente luccicante,
    ma sempre presente.
    A quel punto io allora vidi,
    capii che nulla è mai perduto,
    finché noi non decidiamo il contrario.
    Abitiamo questo mondo per una ragione,
    e il senso del vero vivere, in questo mondo,
    solo apparentemente
    volto alla distruzione,
    è decidibile solamente dalle nostre abilità interiori
    e spirituali.
    Caro Amico Mio ,
    abbiamo una missione;
    e quest’ultima determinerà,
    nel nostro piccolo habitat,
    un sostanziale cambiamento.
    Perciò assumiamoci tutta quanta
    la nostra Responsabilità,
    riscrivendo e correggendo
    le orme delle nostre genti
    e noi, come parte integrante
    dei nostri popoli,
    valicheremo i nostri limiti tutti,
    affinché il paradiso si sveli
   sotto i nostri piedi. Per noi tutti.
   L’esser risoluti non vuol dire affatto
   essere oppressori, aggressivi
   e in ogni modo accanirsi
   verso il prossimo,
   per il raggiungimento dei nostri obiettivi,
  ( a volte parrebbe invece che lo dimentichiamo
   che le barriere non si abbattono con aggressività,
   ma con una profonda e sostanziale determinazione).
   L’esser risoluti significa,
   d’altro canto,
   possedere una profonda e determinata convinzione
   sul concetto che l’impossibile è invece possibile.
   Con fermezza.
   E’ vero sì che, grazie alla nostra pratica spirituale,
   noi possiamo ottenere ciò che desideriamo,
   e trasformare l’impossibile in realizzabile;
   ma è pur vero che, ritrovandoci nel mezzo
   di tanti altri Buddha,
   dobbiamo pur avere un profondo rispetto,
   soprattutto per questi ultimi.
   Ed è proprio per questo palese motivo che,
   la pratica per Kosen Rufu ( la pace nel mondo,
   con un sostanziale cambiamento,
   nel cuore di ogni singolo individuo)  è di vitale importanza;
   per il semplice motivo che non potremmo
   ottenere ciò che desideriamo
   a discapito di altri Buddha:
   ( L’universo si rivolterebbe contro le nostre intenzioni)
   una sola pausa, nella nostra vita, la quale dedichiamo
   alla nostra ricerca interiore, equivale a tremila attimi
   di pure e folle gioia, se utilizzata bene.
   Siamo esseri umani,
   quindi destinati ad errare,
   ma è proprio questo nostro errare
   che ci trasforma in  uomini di luce;
   poiché l’errore, i nostri sbagli e i nostri difetti
   permettono noi di evolverci e al contempo migliorare,
   rendendoci persone uniche ed originali.
   Insomma, quando sbagliamo, portiamo alla luce  “pezzetti giocosi”
   e così dolci
   e semplici
   della nostra persona,
   che pur rimanendo noi d’incanto,
  “favillano”  desideri altri
   i quali rechino ugual stupore; alla nostre menti.
   Perciò, Amico Mio,
   l’errore  è un nostro ottimo compagno di viaggio,
   che  permette di monitorare il nostro soggettivo mondo che ci circonda
   consegnandoci luce, là dove ancora non la vediamo.
   A presto, Amico Mio Vero.
 

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